mercoledì 3 aprile 2019

Ricalibrare la Belt and Road: verso una regolamentazione?

In vista del prossimo forum internazionale in programma a fine aprile (il primo si è tenuto nel maggio del 2017), Pechino prosegue lungo quello che abbiamo definito il "processo di apprendimento" a riguardo della Belt and Road Initiative.

Ci sono pochi dubbi sul fatto che il biennio 2017-2018 sia stato caratterizzato da successi per ciò che conosciamo come "Nuova via della seta", determinandone la sua espansione a livello globale (Artico ed America Latina ne fanno ormai parte), tanto da ottenere l'adesione formale di ormai un'ottantina di Paesi e, tra questi, l'Italia. Successi che non possono nascondere tuttavia problemi emersi e critiche (a volte interessate) diffuse.

Proprio per questo Pechino ha iniziato a rivedere e riformulare la sua iniziativa, ridiscutendo alcuni progetti con Paesi appesantiti da debiti, aprendola alla partecipazione di Paesi terzi e iniziando a definire un quadro giuridico per la risoluzione di controversie. In questo quadro di "rimodulazione" e "assestamento" si inserisce quanto riferito dall'agenzia Bloomberg: la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma starebbe lavorando ad una definizione dei progetti che possono essere inclusi nell'ambito Bri ed ufficialmente riconosciuti dal governo, così da evitare un uso proprio del nome tale da incrinarne la reputazione.

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