mercoledì 12 settembre 2018

Trappola del debito? No, la Bri riduce le disuguaglianze

Per molti la Bri cinese altro non sarebbe che la copertura per una vera e propria strategia di dominio che si materializza attraverso una precisa tattica: indebitare i Paesi coinvolti con prestiti nella costruzione di infrastrutture per poi assumere il controllo di quest'ultime.
Ma è davvero solo questo? Si tratta di un ulteriore cappio al collo dei Paesi poveri o in via di sviluppo? La risposta data da AidData, un centro di ricerca statunitense, sottolinea ben altro: certo - si legge nel rapporto appena pubblicato "Connective Financing: Chinese Infrastructure Projects and the Diffusion of Economic Activity in Developing Countries" - ci sono problemi di debito, ma a risaltare è un aspetto tutt'altro che secondario: nei Paesi coinvolti dalla Belt and Road, con progetti infrastrutturali di collegamento, si è verificata una diminuzione delle disparità economiche "in un modo nel quale mai erano riusciti i donatori occidentali".
Mentre le agenzie umanitarie occidentali e le banche multilaterali di sviluppo "preferiscono localizzare i propri investimenti nelle aree più ricche dei paesi ospitanti" ignorando di lavorare in regioni economicamente svantaggiate, la Cina ha portato benefici proprio in queste: "Nei paesi beneficiari degli aiuti, molte comunità rurali sono scollegate dalle aree più sviluppate del paese ed è difficile per i residenti svolgere un lavoro più remunerativo in un luogo distante, ad esempio, un'ora dal centro della città. L'accessibilità li aiuta ad avere migliori opportunità di lavoro, mentre le piccole e medie imprese possono anche raggiungere una clientela più ampia".
In generale queste sono le conclusioni dello studio: "Troviamo che i progetti di sviluppo cinesi in generale, e i progetti di trasporto cinesi in in particolare, riducono le disuguaglianze economiche all'interno e tra le regioni. Gli investimenti cinesi in "infrastrutture connettive" producono ricadute economiche positive che livellano la distribuzione spaziale dell'attività economica. Nella misura in cui la Cina sta contribuendo allo sviluppo i paesi sfuggono a equilibri spaziali inefficienti in cui la maggior parte dell'attività economica si concentra in piccolo numero di centri urbani e gravita lontano dalle città e dai villaggi rurali, questo è un risultato che dovrebbe essere celebrato".


mercoledì 5 settembre 2018

Rispondere alla chiamata dei tempi: Xi Jinping al Forum Cina-Africa (Focac)

Di seguito, dopo un breve estratto introduttivo,  il link ad una versione in inglese del discorso ufficiale tenuto dal presidente cinese (e segretario del Partito comunista) in occasione della cerimonia di apertura del Forum sulla cooperazione Cina-Africa del 3 settembre a Pechino.
"Rispettiamo l'Africa, amiamo l'Africa e sosteniamo l'Africa. Seguiamo un approccio "cinque-no" nelle nostre relazioni con l'Africa: nessuna interferenza nei Paesi africani nel perseguimento di percorsi di sviluppo che si adattino alle loro condizioni nazionali; nessuna interferenza negli affari
interni dei Paesi africani; nessuna imposizione della nostra volontà sui paesi africani; nessun condizionamento politico all'assistenza all'Africa; e nessuna ricerca di guadagni politici egoistici negli investimenti e nel finanziamento della cooperazione con l'Africa. Speriamo che questo approccio "cinque-no" possa essere applicato ad altri paesi che si occupano di questioni riguardanti l'Africa. [...] La Cina ha sempre fatto la sua parte nel promuovere la pace e lo sviluppo mondiale e nel sostenere l'ordine internazionale. Chiediamo di aumentare la rappresentanza e la voce dei Paesi in via di sviluppo negli affari internazionali e sostenere gli sforzi per rafforzare il Sud, un anello debole nel sistema di governance globale, nonché gli sforzi per creare sinergia nella cooperazione Sud-Sud. Continueremo ad impegnarci per rendere il sistema di governance globale più rappresentativo della volontà e degli interessi della maggioranza dei paesi, in particolare dei paesi in via di sviluppo".